Il Liber Sententiarum di Pietro Lombardo
Pietro Lombardo |
L'edizione leonina delle opere di Tommaso d'Aquino non comprende ancora il commento alle Sentenze di Pietro Lombardo...
Il teologo medievale tal dei tali commenta come baccelliere le Sentenze di Pietro Lombardo...
... e altre frasi simili sono note a tutti gli studenti di filosofia.
Pietro Lombardo, o Pier Lombardo, fu un teologo lombardo (ma dimmi tu) e vescovo di Parigi del XII secolo. Per scoprire di più sulla sua personalità e sul suo pensiero, vi rimando alla voce di Sofia Vanni Rovighi per la Treccani: https://www.treccani.it/enciclopedia/pietro-lombardo_(Enciclopedia-Dantesca)/
E' ricordato soprattutto per essere l'autore del testo di teologia più importante del sistema universitario medievale, le Sentenze. Per leggerle in latino vi rimando all'Augustana: https://www.hs-augsburg.de/~harsch/Chronologia/Lspost12/PetrusLombardus/pet_s000.html
L'unica edizione italiana disponibile, quella dei padri domenicani di Bologna, è estremamente costosa: 128 euro a volume; per fortuna il latino di Pietro Lombardo è un latino medievale preciso ma senza fronzoli.
In ogni caso, vi traduco un assaggino:
Libro I, Distinzione II, Capitolo IV: Testimonianze dei santi sulla S. Trinità.
1. Mettiamo quindi in luce le autorità del vecchio e del nuovo Testamento, attraverso le quali sia dimostrata la verità della divina unità e trinità. E in primo luogo vengano in nostro aiuto gli stessi inizi della Legge, dove Mosè dice: 'Ascolta Israele: il Signore tuo Dio, è un solo Dio; e ancora: 'Io sono il Signore tuo Dio, che ti ha condotto fuori dalla terra d'Egitto; non avrai altri dei al di fuori di me'. Questo passo qui ha voluto significare l'unità della divina natura: <<'Dio' infatti e 'Signore', come dice Ambrogio nel primo libro sulla Trinità, è un nome che da una parte indica la natura, dall'altra il potestà>>. - Ancora, in un altro luogo Dio parlando a Mosè dice: 'Io sono colui che sono, e se avranno chiesto il mio nome, va' e di' loro: Colui che è, mi ha mandato a voi'. Infatti dicendo 'Io sono', non 'Noi siamo' e 'Colui che è', non 'Coloro che siamo', ha dichiarato in modo evidentissimo, che Dio è uno solo. Anche nel cantico dell'Esodo si legge: 'Il Signore, onnipotente è il suo nome'; non dice 'I Signori', volendo significare l'unità.
2. Anche la pluralità delle persone e insieme l'unità della natura il Signore la mostra dicendo nella Genesi: 'Facciamo l'uomo a nostra immagine e somiglianza'. Dicendo infatti 'Facciamo' e 'nostra', mostra la pluralità delle persone; dicendo invece 'immagine', l'unità dell'essenza. Come dice Agostino nel libro Sulla Fede dedicato a Pietro, <<se in quella natura del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo ci fosse una sola persona, non si sarebbe detto 'Facciamo l'uomo a nostra immagine e somiglianza'. Infatti quando dice 'a immagine', mostra che la natura è una sola, di cui l'uomo diventa immagine; quando invece dice 'nostra', mostra che lo stesso Dio non è una, ma più persone>>.
3. Apertamente mostra che non vi è né solitudine, né diversità, né singolarità, ma somiglianza. Anche Ilario nel terzo libro sulla Trinità dice che con queste parole non è né significato che nella Trinità ci sia diversità, né singolarità o solitudine, ma invece somiglianza e pluralità o distinzione. Infatti dice così: <<Colui che ha detto 'Facciamo l'uomo a nostra immagine e somiglianza', mostra che viceversa ci sono altri simili a lui in quanto dice 'immagine e somiglianza nostra'. L'immagine infatti non è sola, e la somiglianza non è con se stessi; e neanche la somiglianza permette che la diversità tra due sia il mescolarsi di uno nell'altro>>. - Ancora lo stesso nel quarto libro: <<In modo più assoluto ha voluto che fosse compresa questa significazione, che non andasse riferita solo a se stesso, quando diceva 'Facciamo l'uomo a nostra immagine e somiglianza'. L'ammissione di un consorzio ha preso il posto dell'interpretazione di una singolarità, perché un qualche consorzio non può essere di per se stesso solitario; e nemmeno al contrario la solitudine nel solitario si accorda con il 'facciamo', e nemmeno qualcuno dice 'nostra' parlando di qualcuno altro da lui. Ambedue le parole, come non significano solitario, così nemmeno significano l'essere differente o diverso. Nemmeno noi quindi dobbiamo avere fede nel solitario o nel diverso. Così quindi Dio si trova a fare l'uomo alla sua comune immagine e somiglianza con Dio, perché né il significato di efficiente ammetta l'idea della solitudine, né l'operazione costituita alla stessa immagine o somiglianza faccia apparire la diversità della divinità>>.
4. Che cosa si deva capire da quelle parole. In queste parole Ilario ha voluto indicare la pluralità delle persone con il nome di 'consorzio'; e ha significato con il nome di 'consorzio' o di pluralità che non è posto qualcosa, ma che è tolto. La pluralità infatti quando è detta consorzio delle persone, nega la solitudine e la singolarità; quando diciamo che le persone sono molteplici, affermiamo che non ve ne è una sola. Ugualmente Ilario volendo che queste cose siano afferrate nel modo più sottile e giusto possibile, dice: <<L'ammissione di un consorzio toglie l'idea di una singolarità>>; non dice 'pone qualcosa'. Così anche quando diciamo tre persone, togliamo la singolarità e la solitudine; e che quando diciamo che il Padre non è solo, né il Figlio è solo, ne lo Spirito Santo è solo intendiamo dire anche che non c'é né solamente il Padre, né solamente il Figlio, né solamente lo Spirito Santo. - Di questo si parla in modo più esaustivo nel seguito, dove è mostrato anche secondo cosa si dicano simili le tre persone, e se in qualche modo ci sia diversità o differenza.
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E va avanti così; chiedo perdono per la traduzione sicuramente non perfetta, ma era per incuriosirvi e darvi un'idea del modo di procedere delle Sentenze. Su queste si sono formati tutti i grandi dottori medievali, e quindi è utile conoscere il funzionamento di questo testo per capire come abbiano studiato teologia Tommaso e Bonaventura, e anche per apprezzare la novità ordinatrice e sistematica del loro pensiero.
Una nota: vediamo che ci sono alcuni spunti importanti per le Quaestiones scolastiche. Il modo di procedere è da una parte autoritativo, dall'altra parte dialettico. Vengono infatti distinti i molteplici significati dei termini per affinare il loro uso e trovare quello più appropriato, ma tutto ciò a partire da autorità: questa fu la fortuna delle Sentenze, che si collocano in una sana via di mezzo, che sarà quella accolta dalla scolastica, tra le posizioni di metodologia teologica dialettiche (Abelardo) e anti-dialettiche che occupavano l'acceso dibattito del XII secolo.
A presto!
JD
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